Per raccontarvi la nascita della Peloro football Club e la scelta di iniziare la nostra attività proprio dal calcio, vogliamo partire dalla descrizione dello stemma societario, per la realizzazione del quale è stata fondamentale la preziosa mano di Chiara Brigandì, laureata all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria e attualmente studentessa presso la milanese Accademia di Brera. La sua abilità unita all’idea di Martina Mirabella hanno dato vita ad uno stemma semplice e lineare, moderno nella forma ma tradizionale nei colori (che non hanno bisogno di spiegazioni) e nel raffigurare il pilone di Torre Faro da cui deriva il nome della Società. Uno scudetto che, con il rosso e il giallo della città, comunica l’importante messaggio che vogliamo lanciare e che è alla base della nostra ideologia.

I profili di due giovani ragazzi della stessa squadra o di teams avversari, lo scontro che diventa confronto, occasione di crescita ma anche di divertimento. I giovani: centro del nostro progetto, motore della nostra Polisportiva, ricchezza della nostra Società.

Tra i due ragazzi e alla base del pilone il pallone da gioco simbolo per eccellenza dello sport del calcio e strumento che trasforma ogni occasione in momento ludico per tutte le età.

Un gioco antico, largamente diffuso e facile da praticare: occorre semplicemente un pallone, un campo e qualche amico o conoscente. “Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada, lì ricomincia la storia del calcio” sosteneva Jorge Luis Borges.

Il gioco del calcio è in grado di raggiungere anche le zone più povere del mondo. Anche qui infatti, ragazzini di tutte le età si ritrovano in spazi aperti più o meno grandi e curati per organizzare delle partitelle. Il giornalista, scrittore e saggista uruguaiano, Eduardo Galeano, ha detto “ci sono alcuni paesi e villaggi del Brasile che non hanno una Chiesa, ma non ne esiste neanche uno senza un campo di calcio”.

Uno sport fortemente aggregativo che unisce tutti: dal più grande al più piccolo, dal più ricco al più povero, dagli uomini alle donne che ormai vediamo sempre più spesso con indosso delle scarpe con i tacchetti.

Uno sport che diventa non solo occasione di gioco, ma anche momento per instaurare nuove amicizie e consolidare le vecchie.

Uno sport che, soprattutto nei quartieri più poveri e disagiati, tiene lontani i ragazzi dai pericoli della società, tenendoli impegnati in un’attività certamente a loro più consona.

Per questi motivi, la nostra Polisportiva è voluta partire proprio con l’attività calcistica dando vita alla Peloro Football Club.

Non possiamo nascondere poi che in questa scelta ha avuto un peso importante anche il passato sportivo del nostro presidente, Salvatore Brigandì, il quale (è proprio il caso di dirlo) ha messo in campo la sua esperienza da calciatore (e tifoso) messinese.

Albert Camus sosteneva che “non c’è un altro posto al mondo dove l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio”; ci auguriamo per tanto che anche i nostri piccoli atleti possano sperimentare questa gioia.

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